Report a cura di Sergio Talamo, Riccardo Porcu e Marco Michelli

Il punto di partenza è l’aver finalmente constatato una sintonia e comunanza di intenti da parte dell’autorità politica (Ministero PA) e delle organizzazioni della stampa, al fine di creare il nuovo profilo del Giornalista pubblico. E ciò rappresenta un imprescindibile punto di partenza del lavoro da compiere, che PA Social sosterrà con convinzione secondo i modelli e le idee già elaborati e resi pubblici. La condivisione è essenziale per arrivare a chiarire a livello prima contrattuale (trattativa FNSI-Aran), e poi normativo (“legge 151”), chi e come dovrà gestire i rapporti con i cittadini e quali saranno le strutture deputate a ricoprire tale ruolo, in relazione anche alla legislazione sulla trasparenza, la digitalizzazione e la performance.

La vicesegretaria FNSI Alessandra Costante ha confermato l’apprezzamento del sindacato rispetto alle aperture del Ministero per la creazione del profilo del Giornalista della PA. Ha osservato peraltro che la trattativa non potrà che innestarsi sulla normativa vigente, sia a livello di comunicazione pubblica sia a livello di legislazione ordinistica. Ad oggi gli uffici stampa pubblici sono strutture molto composite: l’unica strada è quella di individuare un nuovo profilo di Giornalista pubblico che, pur partendo dalla Legge 150, lasci aperte le porte a successive modificazioni anche legislative nella professione, con strumenti contrattuali che, pertanto, dovranno essere il più possibile elastici. Molte le tematiche da discutere: prima tra tutte la distinzione – superata – tra informazione e comunicazione, che implica la necessità di unire le due fattispecie con valutazioni legate anche al tema della deontologia. In secondo luogo l’individuazione di un profilo che dia riconoscibilità al mestiere, laddove le difficoltà derivano dal fatto che per fare attività di giornalista bisogna essere iscritti all’Ordine. Nel futuro, con la revisione delle Leggi, tutte le istanze potranno essere soddisfatte (anche se per ora non possiamo parlare del punto di vista economico): la cosa che va tenuta presente è che il nuovo ufficio non potrà essere diretto da chi non sia giornalista. FNSI, in definitiva, intende impostare un profilo del Giornalista pubblico che sia il più ampio e inclusivo possibile, anche al fine di accogliere future modifiche, senza dimenticare che bisogna procedere anche in direzione di un modello organizzativo adeguato alle nuove funzioni. Il lavoro che verrà fatto porrà le basi per il futuro.

Il dibattito che si è sviluppato nel Tavolo ha evidenziato la ricchezza delle singole esperienze, non riconducibili a modelli uniformi e comunque mai sovrapponibili agli schemi della 150/2000. Molti dei partecipanti hanno ritenuto condivisibile il modello dell’Ufficio Comunicazione, Stampa e Servizi al Cittadino proposto da PA Social e accolto da FNSI, soffermandosi però sul delicato punto del riconoscimento professionale per chi non è iscritto all’Albo dei giornalisti. Su questo, l’intenzione di FNSI di lavorare su un profilo “aperto”, anche per favorire il percorso della “legge 151”, nonché di prevedere forme nuove di inclusione, ha offerto una risposta rassicurante.

Conclusioni:

  • Valore di aver condiviso un nuovo modello di organizzazione: il nuovo ufficio comunicazione, stampa e servizi al cittadino, con i suoi 5 desk funzionali
  • Sintonia reale e fondamentale con le associazioni di categoria, pur con qualche comprensibile prudenza da parte loro, per la creazione di un nuovo profilo professionale, nelle more della modifica della normativa (legge 150 e legge ordinistica)
  • Pieno appoggio di PA Social alla trattativa in sede Aran per il nuovo profilo professionale del Giornalista pubblico. Richiesta alle organizzazioni giornalistiche di prevedere forme percorribili di inclusione dell’ex comunicatore/nuovo giornalista pubblico all’Albo dei giornalisti
  • Il portavoce manterrà un ruolo fiduciario del vertice, ma non sarà compreso nelle funzioni giornalistiche
  • Si sta mettendo un seme che si propone, alla luce della Riforma Madia e delle circolari applicative (v. la n. 2 del 2017), di valorizzare uno scenario di dialogo cooperativo con il cittadino e una gestione dei social al servizio della trasparenza totale.

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