Report a cura di Christian Tosolin e Simone d’Antonio

 

  1. Osservazioni generali.

Coinvolgimento aziende private -> PA priva di denaro, deve appoggiarsi a stakeholders sul territorio per portare idee innovative oltre che finanziamenti per dare il via a progetti concreti. Spesso il livello tecnico della PA è insufficiente. É difficile trovare in una PA staff che si dedichi ai progetti Smart city; inoltre, a volte per mancanza di comunicazione interna i progetti in cantiere o già avviati si sovrappongono.

  1. I casi concreti. a) REGGIO EMILIA – Assessore Valeria Montanari: Comunicazione social fondamentale nella Smart city; nella Smart city è centrale la partecipazione con l’obiettivo finale di dare vita a un nuovo

modello di sviluppo; Il progetto di Smart City della città di Reggio Emilia si basa su tre cardini: innovazione sociale (meccanica ed export), urbanistica (riqualificazione, edifici dismessi, periferia, fabbriche), creatività (impresa culturale inizia a produrre reddito -> impiegate persone con profili professionali alti, musica, spettacolo, fotografia); Social (ricordando che nulla è acquisito per sempre): Telegram (comunicazione in entrata e in uscita, protezione civile, traffico -> buon successo integrato con altri social come WhatsApp, Facebook). Sforzo su Instagram per maggiore interazione; Si sta lavorando coi cittadini attraverso un blog (quaderno, blog dei quartieri) -> progetto “Siamo qua”: i quartieri hanno nuova fase di protagonismo -> 1.100 cittadini attivi in città. Il blog è un’importante interazione tra università e cittadini (NO COMUNE).

b) NORD ROMA (SALARIA)

La responsabilità degli operatori è fondamentale. Vi è un impatto sulla società e sul quartiere in cui si vive, bisogna quindi collaborare per intervenire su una rigenerazione contribuendo anche economicamente. Occorre raccogliere il flusso degli spostamenti mappandoli + integrare i sistemi di mobilità urbana (car sharing, trasporto pubblico locale, nata su Twitter) in un’unica piattaforma per far viaggiare anche meno macchine possibili.

c) FORUM PA – Alberico Vicinanza, Massimiliano Roma: Contributo sul tema Smart city -> rapporto sulla smartness con INDICATORI tra cui indicatori social (16 variabili sulla presenza sui social, come interagiscono, come postano).

Nuova comunicazione come strumento strategico? Si sta sperimentando -> parte politica quando ridisegnerà il ruolo dei social a livello di governo/sindaco/giunta come presa di coscienza per capire come si possono accompagnare le Amministrazioni nella strutturazione. Da sei anni si occupano di indicatori per misurare la smartness -> social come strumenti per misurarla, perché se una città è social è anche Smart, e viceversa. Analisi quanti/ qualitativa -> cosa fare per migliorare. Primi bandi e fondi sulla spinta dei fondi europei. Manca un coordinamento a monte, è importante avere una strategia comune. Non c’e una visione globale. Professionisti adeguati riescono a raggiungere la cittadinanza grazie ai contenuti pubblicati dalla cittadinanza stessa. La comunicazione sui social deve essere efficiente ed efficace perché meno costosa della comunicazione tradizionale. Deve esserci scambio tra privati e associazioni culturali (pubblico e privato).

d) CASTEL BOLOGNESE – Vice Sindaco Luca Della Godenza

Cosa vuol dire Smart city? Scuola, energia, emergenze, mobilità che si uniscono in comunità che creano dei luoghi. Deve essere un processo che coinvolge tutti gli aspetti per creare sinergie. Bisogna individuare i bisogni e declinarli nelle strategie. Coordinare i vari ambiti per farli crescere.

e) EMPOLI – Assessore con delega Smart city Antonio Ponzo Pellegrini Primi esempio di livello nazionale con broadcast via canale WhatsApp per informare i cittadini.

f) MILANO – Giacomo Biraghi. Vi sono tre temi cruciali: Autorevolezza diffusa oltre il Comune (fonti di comunicazione autorevoli diverse dal Comune); Comunità prevalenti sulle istituzioni formali (gruppi Facebook, Twitter) piuttosto che interventi formali;soldi sulla comunicazione pubblica sono soprattutto privati, sono raccolti dal Comune, ma gli investimenti sono di privati. Operatori italiani e stranieri parlano della città senza alcuna intermediazione pubblica. Il Comune di Milano si occupa di tre cose: Presidia fallimenti di mercato (interventi in periferie, temi migranti, ecc); Infrastrutture fisiche e digitali (Metro, si può pagare TARI solo con pago PA sul sito del Comune di Milano) 3. Diplomazia.

g) NAPOLI – Maria Luna Nobile: Una delle esperienze più importanti negli ultimi anni -> bike sharing cambiando la visione sull’utilizzo delle biciclette. Il Comune cerca di entrare nel progetto riutilizzando il progetto e gli strumenti dell’esperienza precedente. Comune a dipartimenti stagni che non comunicano -> bisogna lavorarci. Supporto alla comunicazione sui social. Gruppi Facebook usati come blog. Problema per chi non è presente sui social: difficile avere una comunicazione continua.

h) Ministero Economie e Finanze, pagina Facebook: Ufficio comunicazione -> non esisteva struttura e ufficio, personale non pronto a gestire strumenti. Formazione necessaria perché dovevano improvvisare su canali che non conoscevano. Sistema pagamento -> Smart city.

i) SALERNO (in particolare Cava dei Tirreni, 60.000 abitanti): Si parla di Smart cities da anni, ma la comunicazione è unidirezionale. Non vi è partecipazione.

 

  1. Soluzioni.

Prima di ragionare sulle Smart cities bisogna coinvolgere il cittadino: come?

Far capire quale filosofia c’è dietro -> dare vita a comunità didattiche NON STRUTTURATE perché sennò si allontana la cittadinanza.

Piano sullo sviluppo digitale bando API: i cittadini collaborano con le loro competenze pur essendo una metodologia nuova e inedita. Devono sentirsi coinvolti senza l’etichetta della Governance.

Difficoltà grossa è coinvolgere i cittadini sulle tematiche poiché non le conoscono. Parlare con un linguaggio semplice, perché i tecnicismi non attirano.

Molto importante la formazione (scuole, università).

Compito dell’amministratore è portare a realizzazione Smart city mostrandone i benefici. I seminari locali chiusi devono diventare aperti per coinvolgere la cittadinanza.

Tanti strumenti per costruire il collegamento tra cittadino e smart city -> Open data, Open service, comunicazione senza filtri accettando informazioni da tutti. La Smart city funziona SOLO quando il sevizio è percepito come funzionate e vissuto come reale beneficio.

Bisogna interagire col privato per far funzionare e implementare una Smart city. Anche tempistiche PA non aiutano.

Per far crescere città intelligente bisogna avere il know how. I dipendenti del Comune devono portare avanti i progetti e devono essere convinti in modo da far leva sui nuovi amministratori ogni volta che cambia la Giunta -> 5 anni si programma, 5 anni si porta avanti.

Alfabetizzazione digitale -> gap

Formazione digitale -> bisogna fare un lavoro enorme e strutturato.

Bisogna mettere i social in una luce nuova per incrementare le competenze digitali dei cittadini e per insegnare come comunicare con la PA stessa.

Comunicazione e informazione attraverso i social sono fondamentali per la partecipazione della cittadinanza.

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